Mentre qui da noi ancora non si sa chi deve governare e per fare cosa, in Francia Emmanuel Macron ha imposto una dura sterzata alle politiche immigratorie del suo governo. Vengono dimezzati i tempi per la verifica dei requisiti dei richiedenti asilo e raddoppiato il limite massimo di detenzione nei centri di accoglienza. Nel contempo, il governo francese punta su un’immigrazione selettiva, agevolando l’arrivo dei cervelli in fuga (professionisti qualificati, studenti internazionali, ricercatori). Una virata “a destra” che ha spaccato il partito del presidente En Marche, ma che ha aumentato la popolarità dell’Eliseo.
Il richiedente asilo avrà 90 giorni di tempo (anziché 120) per presentare la domanda e 15 giorni (anziché un mese) per proporre ricorso in caso di rifiuto
L’Assemblea nazionale francese ha approvato il progetto di legge, firmato dal ministro dell’Interno Gérard Collomb, in prima lettura domenica 22 aprile. Ora serve il via libera definitivo. Il testo – come riferisce una nota del Servizio Studi del Senato italiano – “prevede una riduzione da 11 a 6 mesi (compresi i ricorsi) dei tempi per la procedura d’asilo, ovvero per l’esame della relativa domanda, con l’obiettivo dichiarato del governo di facilitare l’espulsione di quanti non lo ottengano e di garantire e migliorare l’accoglienza dei soggetti ai quali venga riconosciuto il diritto. Il richiedente asilo avrà 90 giorni di tempo (anziché 120) per presentare la domanda e 15 giorni (anziché un mese) per proporre ricorso in caso di rifiuto. Se i tempi non verranno rispettati, automaticamente la domanda non sarà registrata. Viene, inoltre, raddoppiata da 45 a 90 giorni la durata massima del soggiorno forzato nei centri di detenzione per i soggetti che non ottengano l’asilo, con l’obiettivo di rendere efficaci le espulsioni. Resta aperta la problematica dei minorenni presenti in tali centri, se sono con la famiglia”.
“Il disegno di legge – che ora passa al vaglio del Senato – è stato approvato dall’Assemblea Nazionale con 228 voti favorevoli, 139 contrari e 24 astenuti. Il testo è stato sostenuto dalla maggioranza di Governo composta da La Republique En Marche (LREM, il partito del Presidente Macron) e Mouvement Démocrate, oltre che dal Gruppo UDI-Agir-Indépendants. Contro il provvedimento si sono, invece, schierati i Repubblicani e i deputati del Front National, che chiedevano maggiori controlli sull’immigrazione, nonché – per opposti motivi – le forze della sinistra-socialista (socialisti, comunisti e “insoumis”). Riguardo al varo della proposta, non sono mancate alcune divergenze all’interno del partito del Presidente Macron: nel gruppo di maggioranza LREM si è registrato il voto contrario dell’ex socialista Jean-Michel Clément, che ha poi annunciato l’uscita dal gruppo, oltre che l’astensione di ulteriori 14 membri del gruppo stesso, che hanno inteso in tal modo manifestare il proprio dissenso sul testo. Contrarie alla riforma anche diverse Organizzazioni Non Governative, tra cui Amnesty International France, che temono la compressione dei diritti dei migranti. Secondo i sondaggi, gli elettori sarebbero peraltro favorevoli a regole più rigide”.