“Con Giorgia Meloni ho avuto un incontro cortese, le ho spiegato perché Fdi non può stare nel contratto di governo tra M5S e Lega”. Oramai Luigi Di Maio parla come il più navigato degli ex dc. Al termine dell’incontro con la leader di Fratelli d’Italia, il capo politico del Movimento 5 Stelle se ne esce con questa misteriosa comunicazione. Che significa? Sostanzialmente questo: è la Lega a doversi fare carico dei ministeri che spettano alla destra in cambio del sostegno alla coalizione giallo-verde. Giggino non vuole sacrificare nessuno dei suoi posti. E, d’altronde, è Matteo Salvini a insistere tanto perché l’asse sia a tre. Che se la sbrighi lui.
Meloni in serata diffonde una nota con la sua versione. Non è una questione di ministeri che ballano, ma di chi comanda. Di Maio insiste nel rivendicare la Presidenza del Consiglio. Il capo politico dei Cinquestelle, spiega Giorgia, “ha chiesto il sostegno di Fratelli d’Italia a una premiership sua o di un altro esponente del M5S in cambio di un via libera a un nostro ingresso nel governo”. Meloni ha risposto picche. “Mai Fdi potrebbe far parte di un governo a guida grillina. Anzi, abbiamo vincolato ogni nostra decisione proprio a una premiership rispettosa degli italiani che ci hanno votato. La risposta che ho ricevuto è che in questo caso lui avrebbe posto un veto sulla nostra presenza perché saremmo una forza “troppo di destra”. Non so come si ponga Matteo Salvini rispetto a una posizione di questo tipo, ma sono contenta di aver contribuito a fare chiarezza. Evidentemente in quello che tutti già chiamano governo gialloverde non ci sarà il tricolore”.
NON UN SOTTOPRODOTTO LEGHISTA
Lunedì è stata convocata la direzione, in quella sede si valuterà l’opzione governativa. “Faremo il punto della situazione politica e vediamo…”, ha spiegato la presidente di Fdi lasciando Montecitorio al fianco di Ignazio La Russa. Il tema è avere o no la dignità di alleato. Meloni si rifiuta di essere considerata dai grillini come un sottoprodotto di Salvini. Oltretutto Fdi ha 18 senatori che, a Palazzo Madama, garantirebbero quella solidità alla maggioranza che ora non ha. Per questo (ma non solo per questo) Salvini è determinato a portarli con sé. Allargare la coalizione è bene, incastrare ancora di più Berlusconi nell’angolo è pure meglio. Con l’adesione di Fdi, sarebbe davvero un asse M5S-centrodestra. A quel punto Forza Italia verrebbe meno alla lealtà verso la coalizione astenendosi o, peggio, passando all’opposizione. Questo pensa Salvini. Ovviamente Berlusconi ritiene vero l’opposto. Matteo incontrerà nuovamente Di Maio oggi a Milano. Il leader del Carroccio sarebbe pronto a garantire la presenza di Fdi nella squadra di governo con due ministri di peso (Difesa e Salute). E forse non era solo una battuta quella di Giancarlo Giorgetti che, incontrando casualmente a Montecitorio Guido Crosetto, si è lasciato sfuggire queste parole: “Vado al governo solo se c’è anche lui…”.