“Ho visto quella foto in cui Salvini era al tavolo a trattare sul programma di governo con Rocco Casalino. Povero Matteo nostro…”. Silvio Berlusconi è su di giri. Per il secondo giorno di fila il centralino di Arcore è stato preso d’assalto da amici e parlamentari che volevano condividere la propria gioia con quella del Cavaliere per la sua riabilitazione. In alcune conversazioni, il presidente di Forza Italia si è lasciato sfuggire qualche battuta sarcastica sul destino del leader leghista: Sono due giorni, ha sorriso l’ex premier, che “i grillini lo tengono in ostaggio. Speriamo che non ci chiedano il riscatto…”.
La linea di Forza Italia non cambia, neanche alla luce della decisione del tribunale di Milano. E qualsiasi sia l’esito della trattativa tra Lega e Movimento Cinque Stelle. Se il premier è Salvini o un altro esponente della Lega lo sosterremo, ribadisce il Cav, “altre ipotesi avranno il nostro voto contrario alla fiducia. Poi si vedrà legge per legge”. Il governo dei populisti è tutto in salita. Il contratto che stanno stilando è sufficientemente generico per far litigare i contraenti a ogni decisione da prendere. I nomi che circolano come possibili ministri sono, secondo Berlusconi, al di sotto degli standard. Vanno bene per le giunte comunali, ha ammonito il Cav, ma non sono personalità che possono rappresentare l’Italia in Europa e all’estero. “Facciamogli fare questo esperimento, sperando che non facciano troppi danni”, ha commentato Silvio, “poi ci penseremo noi con la nostra esperienza a mettere a posto le cose”.
UNA NUOVA PRIMAVERA
Berlusconi crede in una nuova primavera politica. Per lui. Così ieri ha riaperto il dossier della candidatura. Serve un volontario che si dimetta per innescare le elezioni suppletive. Silvio ha studiato la pratica dei parlamentari col doppio incarico. E non gli è piaciuta molto. Raffaele Nevi e Francesco Cannizzaro, per esempio, sono consiglieri regionali e deputati. Potrebbero optare per il primo incarico, ma sono eletti in Regioni complicate – l’Umbria e la Calabria – dove il Cav dovrebbe faticare per essere eletto. L’altro tema è chiedere un passo indietro a un fedelissimo: Niccolò Ghedini, Licia Ronzulli e Giorgio Mulè, per esempio, sono stati eletti nell’uninominale, in collegi molto sicuri oltretutto. Però Berlusconi non vuole privarsi delle persone di cui si fida di più, specie adesso che comincerà una fase parlamentare molto turbolenta. Idea scartata. Come quella di chiedere un sacrificio a Paolo Romani o a Renato Brunetta: dopo le incomprensioni degli ultimi mesi, Silvio non se la sente. Allora resta in ballo il lodo Biancofiore: attendere le elezioni in Trentino Alto Adige e subentrare al futuro presidente (tutti i possibili candidati sono in Parlamento). In terra altoatesina, Silvio si sente a casa. La scorsa estate a Merano ha trascorso un lungo periodo detox in una clinica del posto. Ci tornerebbe molto volentieri. Alternando bacche di goji e comizi. L’altra tesi è di attendere le elezioni europee. E posticipare al maggio 2019 il suo ritorno nelle assemblee elettive.