Alla fine il caso si risolve. Perché ci pensa la Spagna a farsi carico dell’accoglienza dei 629 migranti che vagano per il Mediterraneo. Però l’affare della nave Aquarius apre una prima crepa significativa nella maggioranza gialloverde. Il Movimento 5 Stelle deve fare i conti con le sue anime interne. C’è una parte che la pensa come Matteo Salvini e fa capo a Luigi Di Maio. Ma un altro gruppo, di dimensioni ancora ignote, si ribella. In Parlamento, sul territorio, nei social.
E’ un difetto di fabbrica dei pentastellati. Post-ideologici, privi di un’identità comune che non sia l’odio per il sistema e l’amore verso il leader, i grillini sono un arcipelago di sensibilità. C’è la destra. Che è d’accordo a chiudere i porti. E c’è la sinistra. Che vuole accogliere i disperati. E si sente a disagio nel prendere ordini dai leghisti.
IL PORTO GRILLINO DI LIVORNO
Il malcontento esplode in mattinata. Quando il sindaco pentastellato di Livorno Filippo Nogarin chiama prima Roberto Fico e poi Danilo Toninelli: “Ho dato la mia disponibilità al ministro dei Trasporti. Siamo disponibili ad aprire il porto di Livorno e accogliere la nave Aquarius con il suo carico di 629 vite umane”, scrive il primo cittadino su Facebook. Il post mette in imbarazzo Di Maio e la delegazione ministeriale del M5s. Infatti nel giro di poco viene cancellato. “L’ho rimosso per evitare di creare casi diplomatici e mettere in difficoltà il governo”, spiega Nogarin ad Affaritaliani.it, “ma la mia posizione resta quella”.
In tanti nel Movimento solidarizzano con lui. Alla testa dell’ala sinistra pentastellata ci si piazza Roberto Fico. Il presidente della Camera ieri era in visita alla tendopoli dei migranti di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria. Ha portato la solidarietà dei deputati alla famiglia di Sacko, il migrante ucciso a colpi di pistola. E ha parlato dell’emergenza in corso: “L’Europa spesso ci lascia soli in situazioni così gravi come quella degli sbarchi”, ha detto Fico. In passato il grillino ortodosso non si era mai filato i diritti dei profughi. Mai una interrogazione, un intervento, una proposta di legge sull’immigrazione o le ong. Il fatto che sia diventato così attivo su questo tema, invita i leghisti a pensar male: il presidente della Camera, come i suoi illustri predecessori, si prepara a essere la spina nel fianco del governo. Ed è una manovra a tenaglia. Visto che Salvini non ha detto una parola sul sindacalisti maliano ucciso, i grillini vogliono obbligare il ministro dell’Interno a farlo. Gli ortodossi Parentela, D’Ippolito, Nesci, Tucci e Morra stanno preparando un’interrogazione destinata proprio al titolare del Viminale.
ORTODOSSI ALL’ATTACCO
Il caso di Aquarius dà l’opportunità alla senatrice eretica Paola Nugnes di attaccare nuovamente il leader del Carroccio: basta “torbide demagogie”, dice, “non possiamo alzare muri nei mari”. Sul territorio il sentimento anti-leghista si propaga come un virus. Se Torino “avesse il mare”, scrive su Facebook Marco Giusta, l’assessore ai diritti della giunta Appendino, “avrebbe un porto e sarebbe aperto”. Pure La capogruppo in Regione Piemonte Francesca Frediani si sfoga sui social: “Speravo in uno stop a un treno, non ad una nave”. Come a dire: meno Tav, più migranti.
La base grillina ribolle. Attacca i vertici del Movimento, troppo appiattiti sulle posizioni della Lega. Il malessere emerge anche dalle urne. La tornata amministrativa di domenica ha fatto registrare un nuovo consistente calo dei consensi del M5s. Scrive Carlo su Fb: “Finora il governo ha sfornato tutta roba made in Salvini. Il M5s non riesce a vedere la palla”. L’iscritto che si firma N.M. conferma questa preoccupazione: “Adesso anche sull’immigrazione abbiamo lo stesso pensiero della Lega… mi spiegate, senza polemica, in cosa oggi il Movimento si differenzia da loro?”.
Il Blog delle stelle prova a metterci una pezza. L’Italia, scrive Ignazio Corrao, “ha fatto come gli altri Stati europei. Anche la Francia chiude i porti”. Aquarius, assicura Luigi Di Maio, “non è una bagnarola, è una nave attrezzata che non si trova in una situazione di emergenza”, conclude il vice premier provando a calmare i suoi.