La scelta dei sottosegretari ha premiato soprattutto la vecchia guardia. Vanno al governo molti grillini della prima ora. Quelli che hanno esordito nella scorsa legislatura. Erano ruspanti, agguerriti, improvvisati. Oggi sono un po’ più scafati. Ma in passato non si rendevano conto che un’uscita sui social poteva diventare un caso mediatico. Oltre che una figura di merda. Alcune esternazioni dei nuovi governanti sono rimaste scolpite. Non nella pietra, ma nella rete. Ciò, tuttavia, secondo le logiche di selezione pentastellate, non ha impedito loro di fare carriera.
“RISPETTARE L’ISIS”
Alcuni esempi? Ieri Manlio Di Stefano ha giurato a Palazzo Chigi come sottosegretario agli Esteri. Ma era lo stesso che scriveva su Facebook, tutto in maiuscolo, “Il terrorismo islamico non esiste”. La Jihad, secondo lui, era un’invenzione dell’Occidente “arrogante”. Per “capire l’Isis serve rispetto”, concludeva. Benvenuto alla Farnesina. E che dire di Vito Crimi, nuovo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria: “I giornalisti e le tv mi stanno veramente sul cazzo”, diceva all’alba della scorsa legislatura, quando fu nominato capogruppo grillino, il primo di una serie. Magari nel frattempo ha cambiato opinione.
“MAI STATI SULLA LUNA”
Meglio di lui il “socratico” Alessio Villarosa, vice del ministro Tria a via XX Settembre. “La Bossi-Fini? Non è che posso conoscere tutti i temi del mondo…”, disse in sala stampa durante una conferenza. Fortuna che all’immigrazione ci devono pensare altri. Carlo Sibilia, per esempio. Sarà il braccio destro di Matteo Salvini al Viminale. Lui, invece, è un “tomista”. Se non vede non crede. Qualche anno fa, promosse il complotto spaziale: “L’uomo è andato sulla Luna? See, non è vero”. Però credeva nella possibilità di unioni universali. E, nel 2012, propose una legge “per i matrimoni omosessuali, di gruppo e tra specie diverse”. Vedi mai qualcuno volesse convolare a nozze con il proprio Chihuahua.
IL VIAGGIO CON LA TRAFFICANTE DI ARMI
Più imbarazzante il caso di Angelo Tofalo, neo sottosegretario alla Difesa che nel 2016 viaggiò con Annamaria Fontana – la “dama in nero” poi finita in carcere con l’accusa di traffico d’armi internazionale – in Libia, in Iran e in Turchia. A Istanbul, Tofalo incontrò l’ex premier libico Khalifa Gwell, un uomo che il governo di Tripoli di Fayez al Sarraj considerava un estremista islamico e un golpista. Amicizie un po’ pericolose. Che non sono un problema per Davide Crippa, un gentleman pentastellato i cui impegni a Montecitorio si sovrapponevano fastidiosamente con la sua attività sportiva: “Avevo il torneo di waterpolo e invece devo stare alla Camera a votare», si sfogava tempo fa su Facebook. Ora sarà il braccio destro di Luigi Di Maio allo Sviluppo Economico. Sperando che l’agenda ministeriale non si scontri con le sue partite di palla a nuoto.
“FORZA ETNA”
A proposito di Sud, Maurizio Santangelo aveva trovato una soluzione definitiva per la questione meridionale. Meglio del reddito di cittadinanza. “Con un po’ di impegno l’Etna risolverebbe tanti problemi dell’Italia», twittava. Per fortuna dei siciliani, andrà al ministero dei Rapporti con il Parlamento.