Silvio Berlusconi non si fa mettere spalle al muro da Matteo Salvini. E se Forza Italia non tira più alle urne ed è asfittica nei sondaggi, il Cavaliere è pronto a sacrificare la sua creatura politica per fare qualcosa di nuovo. Ecco allora che già alle elezioni regionali del prossimo inverno metterà in campo “L’Altra Italia”. Cos’é? A seconda del sistema elettorale, un listone unico o un coalizione di partiti. Quel che è certo è il suo posizionamento: al centro. E all’opposizione del governo gialloverde. Ne faranno parte quel che resterà di Forza Italia dopo lo shopping leghista (Salvini sta corteggiando i signori delle preferenze forzisti), l’Udc e Rivoluzione cristiana (che andranno verso una fusione) e una rete di movimenti civici alla quale sta lavorando Antonio Tajani. L’obiettivo è raggiungere quota 20%. L’ambizione è quella di non farsi egemonizzare dalla Lega all’interno di un centrodestra che, secondo Berlusconi, ormai è solo un’etichetta vuota. E se a partire dalle Regionali, come Salvini ha già fatto capire, la Lega rivendicherà tutti i candidati per sé facendo leva sulla prevalenza schiacciante registrata nei sondaggi, l’ex premier è pronto a valutare il piano b: l’alleanza con il Partito democratico.
ALLEANZE VARIABILI ALLE REGIONALI
Politica a luci rosse, fino a qualche tempo fa. Ma ora che azzurri e dem sono insieme all’opposizione del governo populista, lo scenario di una collaborazione elettorale provoca meno conati che in passato. Tra dicembre e gennaio torneranno al voto Basilicata, Abruzzo e Sardegna. Nel 2019 si eleggerà anche il governatore del Piemonte. Un’eventuale riedizione dell’alleanza gialloverde alle urne farebbe cappotto. Ma il futuro, va ripetendo il Cav a ogni interlocutore, non è dei populisti. Gli italiani stanno provando anche loro. Poi, delusi, torneranno a cercare qualcosa di più rassicurante. Un usato sicuro. Lui.
ALTRA ITALIA + PD
Gli azzurri azzardano un po’ di conti fantapolitici. Un’alleanza L’Altra Italia-Pd in Piemonte, ad esempio, avrebbe i numeri per giocarsela e vincere. L’esecutivo, ragiona Berlusconi con i suoi, non reggerà l’urto della manovra economica, ci rimarrà sotto. Le enormi aspettative create si infrangeranno contro la realtà dei conti pubblici. E allora la gente inizierà a ricredersi sul conto di Salvini e Di Maio: “Teniamoci pronti”.
IL LANCIO A FIUGGI
Ieri Tajani, in una conferenza stampa a Frosinone, ha iniziato a descrivere i contenuti de L’Altra Italia, “un nuovo soggetto politico”, ha spiegato, “che guarda al futuro e che rappresenta una maggioranza silenziosa, una parte importante della nostra società. C’è un enorme spazio politico tra la Lega e il Pd, noi vogliamo occuparlo”. Il lancio ufficiale potrebbe arrivare a Fiuggi, durante la manifestazione che il presidente del Parlamento europeo organizza ogni anno a fine settembre. Silvio ha solo qualche remora sul luogo, perché la stazione termale frusinate rievoca alla memoria la svolta di Alleanza Nazionale e Gianfranco Fini, personaggio che, dati i noti precedenti, non è tra i più amati dal leader azzurro. Se battesimo deve essere, meglio farlo altrove.
L’Altra Italia incassa sicuramente il consenso dei post-Dc. “Tajani disegna in modo concreto lo spazio dell’Altra Italia tra Lega e Partito democratico, senza sudditanze a Pontida né nostalgie del Nazareno”, dichiara Gianfranco Rotondi, “Nell’Altra Italia troverà casa Forza Italia, ma anche la nuova Dc alla quale stiamo lavorando con impegno sacrificando anche le ferie estive”, informa il leader di Rivoluzione cristiana. Intanto la distanza con la Lega si fa sempre più evidente. E se nelle prime settimane del governo, Berlusconi aveva dato ordine ai suoi di “salvare” l’alleato e concentrare le critiche sui Cinquestelle, ora questo genere di salvacondotto è del tutto saltato.
SALVINI NON SI FA REMORE
Sono giorni che Tajani mette nel mirino il ministro dell’Interno. Lunedì, in visita a Milano, il vice presidente di Forza Italia aveva criticato Salvini per il decreto dignità, martedì lo stesso. Mercoledì era a Susa, per difendere la Tav e pressare nuovamente il leader leghista: “Sia coerente con il programma di centrodestra”. Frasi sottolineate anche in un colloquio telefonico con il Cav. Salvini? Il vice premier segna tutto: sia gli attacchi che arrivano da Forza Italia, sia le critiche che sta incassando dal gruppo editoriale berlusconiano. Quanto a Tajani, il loro rapporto è sempre stato conflittuale fin dai tempi di Bruxelles, quindi nulla di nuovo. Presto Salvini presenterà il conto. Finora aveva stoppato i dirigenti azzurri che si proponevano per il salto della quaglia. Nelle prossime settimane il “capitano” non avrà più remore. L’obiettivo è sfilare a Berlusconi i “campioni” delle preferenze. Soprattutto in vista di elezioni, Regionali ed Europee, dove servirà avere in lista professionisti dell’attrazione del consenso.