Fare gli stadi è una roba per rockstar. A dire il vero sono pochi quelli che ci riescono ancora. Vasco, ovviamente. Mentre Ligabue ha ammesso le difficoltà che ha a fare i numeri di dieci anni fa. Allora cominciano a spostare i palchi. Sempre più vicini alle curve, per dare la sensazione visiva di aver fatto il pieno. Niccolò Moriconi è arrivato bello fresco. Ha infilato tre album da record. I suoi pezzi più famosi hanno qualcosa come 40 milioni di stream su Spotify. Doveva vincere Sanremo con “I tuoi particolari”. Era favorito. Piaceva anche a Matteo Salvini, per dire. Poi si è trovato avanti Mahmood. Ed è arrivato secondo. Pazienza.
Il ragazzo di San Basilio ha continuato a macinare musica e numeri. “La Favola”, il concerto romano di chiusura del tour estivo, è tutto esaurito da marzo. E nel 2020 già annuncia che si esibirà soltanto negli stadi. “Se guardiamo alla tempistica, mai mi sarei aspettato di trovarmi qui appena dopo il terzo album”, spiega. Che poi è uscito a due anni di distanza dal primo. “Ho puntato tutto sui live, per me sono la cosa più importante, io vivo per i concerti”.
A Roma Niccolò dice di sentirsi “a casa”, ma non per questo a suo agio. La pressione si è fatta sentire. E tanto. Ha preferito andare in hotel e non dai genitori: “Sono state tre notti insonni”. Ventisette pezzi in scaletta (compresa una cover di Albachiara di Vasco) e due ospiti speciali: Antonello Venditti e Fabrizio Moro. Con il primo Ultimo ha cantato “Roma Capoccia” e “Notte prima degli esami”. L’ingresso di Venditti è stato anticipato da una sorpresa. Un video in cui, partecipando a un saggio, Niccolò, allora tredicenne, canta proprio l’inno alla capitale del cantante romano. Mentre “con Moro”, spiega, “ho una amicizia che prescinde dal lavoro, è un fratello. Alcune sue canzoni mi danno emozioni molto forti”.
Entrando all’Olimpico per le prove, Ultimo ha cercato i seggiolini dove sedeva con il padre (“Quando eravamo abbonati alla Roma”) e ci si è accomodato: “Se allora fosse passato qualcuno e mi avesse detto: “Tra dieci anni suonerai qui”, l’avrei preso per un matto”. E invece. Il cantante ha dedicato alla sua città “Poesia per Roma”: “Ero in vacanza all’estero, steso su un lettino, quest’inverno. Quando ho finito di comporre il testo, mi si è rivelata davanti una bandiera giallorossa… un segno del destino”, ha scherzato con i giornalisti facendo vedere il video sul suo telefonino.