Pd e M5s vogliono mandare Matteo Salvini a processo. Ma non subito. Con calma, dopo le elezioni. Perché i giallorossi sanno quanto sia pericoloso il leader della Lega in versione “vittima” della giustizia. Se poi sono i suoi avversari politici a mandarlo alla sbarra, il danno è doppio.
Meglio non andare a cercarsi problemi, allora. Soprattutto dopo la lettura degli ultimi sondaggi. Quelli di Alessandra Ghisleri dicono che il “60 per cento degli italiani” sta con il Capitano: fece bene a fermare lo sbarco della Gregoretti. Sempre Euromedia Research fa sapere che la situazione in Emilia Romagna è aperta a qualsiasi risultato: “I due candidati” di Lega e Pd “sono molto vicini”, rivela Ghisleri a La7.
Allora non a caso, ieri, durante la seduta della Giunta per le Immunità, la maggioranza ha rotto gli indugi chiedendo il rinvio del voto previsto per il 20 gennaio. In realtà, M5s, Pd e Leu non hanno mai pronunciato la parola “rinvio”. Hanno spiegato che siccome l’Aula e le Commissioni del Senato si fermeranno qualche giorno per la campagna, è giusto che anche la Giunta osservi lo stop elettorale e rimandi il caso Salvini a dopo le urne.
“Hanno paura di perdere la faccia, sono senza onore e senza dignità”, ha commentato l’ex ministro dell’Interno. Dello stesso tenore le dichiarazioni di Giorgia Meloni: “M5S e Pd senza pudore. Chiedono il rinvio del voto a dopo le elezioni di Emilia Romagna e Calabria perché sanno benissimo che la stragrande maggioranza degli italiani chiede di difendere i confini di questa nazione e ritiene che Salvini abbia fatto il suo lavoro impedendo a questi clandestini di sbarcare. Lo vogliono processare lo stesso e non se ne vogliono assumere la responsabilità: vigliacchi!”.
Anche il Pd accenna una specie di difesa. Ricorda che il Senato ha deciso all’unanimità il calendario dei lavori: “E si è stabilito che nella settimana precedente alle elezioni in Emilia-Romagna e Calabria, com’è costume del Parlamento, non ci sarebbero state né Commissioni né Aula”. Lo dice a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, Andrea Marcucci, capogruppo al senato del Partito Democratico. ”L’abbiamo votato all’unanimità, Lega compresa, nella Capigruppo e poi anche in Aula. Non capisco, forse votano a sproposito oppure non ascoltano”, conclude Marcucci. Rapida la risposta di Roberto Calderoli: “Ma ci è o ci fa?”, si domanda l’esponente leghista, ricordando che la Giunta non è una Commissione, è altro.
Intanto ieri il presidente della Giunta per le Immunità Maurizio Gasparri ha tenuto la sua relazione sul caso Gregoretti: “C’è il coinvolgimento politico del premier Giuseppe Conte”, ha spiegato, e quest’ultimo è comprovato innanzitutto “dall’assenza di qualsivoglia presa di posizione contraria sulla conduzione del caso da parte del ministro Salvini e sulle scelte da lui operate”. Secondo il senatore di Forza Italia sono evidenti le analogie con la Diciotti e quindi è giusto trattare il nuovo caso come quello precedente. La proposta del relatore, dunque, è quella di dire no al processo per l’ex esponente di governo. Sulla carta questa tesi è minoritaria, però, perché i giallorossi hanno i numeri (13) per bocciare la relazione del presidente e proporre all’Aula del Senato il processo per il leader leghista. Contrari al procedimento, al momento, sono i soli esponenti del centrodestra (10), mentre Italia Viva, che prima aveva tentennato, adesso sostiene che voterà compatta con la maggioranza.
“Parti del Movimento 5 Stelle e parti del governo provano con il caso Gregoretti a colpire Matteo Salvini. Le carte parlano chiaro: tutti nel governo sapevano e tutti erano direttamente coinvolti. Ci vuole responsabilità istituzionale, per questo è necessario un dibattito corretto e senza rinvii. La maggioranza è interessata a fare chiarezza o pensa solo alle elezioni regionali?”. Così la senatrice Erika Stefani a nome di tutti i componenti della Lega presenti nella giunta per le immunità.
“Sul caso Gregoretti i partiti che sostengono il Conte bis hanno paura di una possibile ricaduta elettorale negativa – in Calabria e soprattutto in Emilia Romagna – del loro giudizio in merito all’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro Salvini, e chiedono il rinvio del voto in Commissione”, dichiara Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. “M5S, Partito democratico, Italia Viva e Leu temono il Paese reale e scappano dal Parlamento”. “E’ Salvini che semmai deve aver paura… è lui l’inquisito…”. taglia corto Elvira Evangelista, senatrice M5s e capogruppo del movimento in giunta per le Immunità. Sul rinvio comunque, assicura Gasparri, ancora nulla è deciso: “Mi sono riservato di fare un approfondimento con la presidenza del Senato”.