A Luca Innocenzi succede un fatto increscioso. Gli si rompe la tavoletta del cesso. All’uomo, pistoiese, non va di far sedere le sue figlie piccole sulla porcellana. Esce di casa e va da Brico, per comprare una copriwc nuovo. Lungo la strada lo ferma la Municipale. I Vigili analizzano il caso. Si consultano. Poi decidono che cambiare il copriwater non corrisponde a uno stato di necessità. Deve tenersi quello scassato. E gli elevano verbale.
Di casi così ce ne sono decine. Centinaia. Esempi di come, norme scritte un po’ alla cazzo, siano state applicate altrettanto male. Arbitrariamente. Alla lettera. A volte oltre la lettera. Tanto da far sentire molti cittadini vittime di un sopruso. Anzi due: lo Stato ti mura dentro casa, facendo leva sulla paura del contagio, e poi, quando provi a ficcare il naso fuori, ti bastona pure.
Va detto: sono casi marginali. Nel corso della cosiddetta fase 1 sono stati effettuati 17 milioni di controlli. Nella stragrande maggioranza delle situazioni le autorità hanno applicato le norme con buonsenso. E spesso con pazienza, di fronte ad atteggiamenti strafottenti o anche aggressivi della gente. Ma qui vale la pena raccontare anche il rovescio della medaglia.
I numeri. Raccontiamoli tutti. Fino al 3 maggio sono state denunciati e multati 420mila soggetti. E, calcolando, una media di 400 euro a verbale, si parla di circa 168 milioni di euro. Un bottino mica male per lo Stato. Che, con la scusa del contenimento, ha imposto una sorta di tassa Covid-19 per chi ha osato varcare la soglia di casa senza giustificato motivo. E non è finita. Perché nella fase 2 si viaggia a una media di 1.400 multe al giorno. Che, nel frattempo, hanno fruttato – o meglio, frutteranno – altri 8 milioni di euro all’Erario.
Ma vediamoli un po’ di casi imbarazzanti. Partendo da quello più spettacolare. L’operazione “cielo-mare-terra” di Rimini, per esempio. Dove il Comune ha immortalato le azioni della polizia locale con un video emozionale tipo Apocalypse Now. Droni, quad, pattuglie. Tutto molto bello. Risultato: 1204 controllati e solo 6 multati. Tra cui quel cittadino che stava prendendo il sole in solitaria su una spiaggia deserta. La foto, ripresa dall’alto, ha fatto il giro del mondo. Pubblicata pure dalla Bbc. Chi era: El Chapo, Pablo Escobar? Ma va’, un poveraccio che prendeva il sole scamiciato. Al massimo si stava strafacendo di vitamina D. “Posso capire che quella immagine appaia muscolosa”, ha ammesso l’assessore alla Polizia municipale, Jamil Sadegholvaad, imbarazzato, “ma noi volevamo dare un’altra immagine…”. Quella della mitomania, esatto.
A Roma è stato multato un autista dell’Atac. Era senza mascherina. “Porto gli occhiali, mi si appanna la vista, come faccio a guidare?”. Niente da fare. I vigili non hanno voluto sentire ragioni. Però pure questa materia è controversa. Nel protocollo del Ministero dei Trasporti, gli autisti dei mezzi pubblici, trovandosi in un gabbiotto, isolati, sono stati esentati dall’uso dei dpi. Ma poi c’è l’altra regola secondo cui, sui bus, tutti devono stare col volto coperto. Insomma, non ci si capisce niente.
A Torino due diciottenni sono stati sorpresi, e sanzionati, in strada, di notte, per un bacio clandestino. Un vicino guardone li ha visti e ha chiamato la polizia. Sempre nel capoluogo piemontese, Giuseppe Viscardi, titolare del bistrò Tuocc & Fuje, è stato multato dai vigili per aver consegnato il caffè a due poliziotti in servizio davanti al Monte di Pietà. Una cortesia. Ma che andava contro le regole. Perché i due agenti hanno consumato la bevanda calda in strada e l’asporto è consentito solo verso il domicilio. Così si è preso 400 euro di multa.
A Bologna l’ex consigliere grillino Giovanni Favia stava facendo una riunione nel suo ristorante con i dipendenti per pianificare la riapertura. Era senza mascherina, obbligatoria nei locali aperti al pubblico. Ed è stato multato. “Eravamo io e i miei ragazzi. Quando uno di loro ha alzato la serranda per uscire a fumare, è arrivata una pattuglia. Ero senza mascherina, vero, ma stavo finendo di mangiare. A distanza da loro”. Però siccome la saracinesca era mezza su, allora “di fatto” l’attività era aperta al pubblico. E Favia se l’è presa nel secchio.
L’altro casino è sulle zone di confine. Lo sa quell’automobilista di Fosdinovo, che per raggiungere il distributore più vicino ha sconfinato da Toscana a Liguria. E’ il più prossimo, come prescrivono i Dpcm di Conte, ma sta in un’altra Regione. Insomma, i fosdinovini (o fosdinoviesi) devono rimanere senza benzina, secondo Palazzo Chigi.
Poi c’è il caso stranoto dei ristoratori milanesi, riunitisi per un flash mob all’Arco della Pace. Hanno violato il divieto di assembramento, secondo la Questura, e sono stati multati. Pochi giorni prima, invece, con i manifestanti del 25 Aprile la legge era stata molto più tenera. I capannelli col pugno chiuso erano stati graziati in diverse città. E vabbè. Per i ristoratori milanesi è partita una gara di solidarietà. Almeno questo. Si vedranno risarciti dei verbali da 400 euro grazie a donazioni private. Ma che cribbio.
Sul litorale toscano è stato controllato un aquilone. E il suo proprietario. I vigili hanno verificato che fosse in prossimità del suo domicilio e così era. Ma ci mancava che allertassero l’Enac e l’Enav.
E ci sono anche i preti. Multati senza nessun riguardo per il loro ruolo di guida spirituale. Nella parrocchia di San Pietro apostolo (Soncino, Cremona) hanno fatto irruzione i carabinieri durante una funzione, intimando al prete di interrompere subito la liturgia perché in Chiesa c’erano 14 fedeli. Tutti correttamente distanziati. Don Lino Viola, ottant’anni, si è preso 680 euro di multa.
A Pisa Patrizia Saviozzi, 56 anni, è stata multata mentre andava a prendere il pacco alimentare per il suo nipotino di un anno e mezzo. In auto erano in due. Lei e il fratello: “Sono diabetica e soffro di attacchi di panico, non posso guidare”, ha spiegato. Ma niente, non c’è stato verso. Si sono beccati mille euro di multa. In totale.
Caffè amaro anche ad Aosta. Dove un uomo di 32 anni ha dato una sorsata davanti al bar e si è beccato 280 euro di multa. Poi ci sono i casi umani. E manco loro meritano pietà. A Mosso un uomo si è presentato in piazza per declamare il suo discorso. Una sorta di comizio solitario. Finché non sono arrivati i carabinieri, che gli hanno contestato la mancata autorizzazione della prefettura.
A Ossago Lodigiano un personal trainer di 55 anni è finito per sbaglio nell’elenco dei positivi al Coronavirus. Un caso di omonimia. Fermato a un controllo, è stato successivamente inseguito dalla polizia come un criminale: “Lei è ha il virus!”. Ma non era vero ovviamente.
E non parliamo dei casi di sovrapposizione tra norme nazionali e locali, che hanno creato malintesi e incertezza del diritto. Lo sa bene quella coppia di San Benedetto del Tronto che aveva sentito alla tv la notizia della facoltà, per chi abitava vicino al mare, di farsi il bagno. L’hanno fatto. E apriti cielo: intercettati da una motovedetta della Guardia di Finanza e attesi, sul bagnasciuga, dai vigili. Con la penna già pronta sul verbale. Motivo? Era vero che il Dpcm (uno dei tanti varati dal governo) autorizzava la nuotata, ma un’ordinanza della Regione Marche ribadiva il divieto. Risultato: multa.
Il caso siciliano poi è pittoresco. Dall’intrecci di Dpcm, norme regionali e regolamenti locali, viene fuori che, in Sicilia, puoi farti una nuotata, ma senza farti il bagno. I colleghi di Repubblica edizione di Palermo hanno provato a mixare le varie normative che regolano la Fase due e il risultato è esilarante. Anche se ci sarebbe da piangere, in realtà. Un esempio è il mare. Dove si può nuotare, ma non si può fare il bagno. Che cazzo significa? Che in acqua sono autorizzati gli sport individuali. Il nuovo, la canoa, la vela, il surf. Ma non ci si può trattenere in mare fermi, con il culo ammollo. Stesso discorso sulla battigia. Dove si deve fare attività motoria. Non si può stare fermi a prendere il sole o a leggere un libro. Ci vuole il moto perpetuo, altrimenti si rischia la multa. E attenzione alla differenza tra attività motoria (autorizzata) e quella ludica (proibita). Si può fare footing, ma senza dare calci al pallone o senza giocare a racchettoni.
Trento: Alberto Pagliani stava portato delle pizze in beneficenza all’ospedale Santa Chiara. Venti margherite e tre colombe pasquali. Un gesto di solidarietà per medici, infermieri e personale socio-sanitario. Ma la polizia locale lo ha bloccato lungo il tragitto e lo ha multato: 373 euro.
A Grosseto Alessandro Grippa è stato fermato da una pattuglia mentre tornava dall’Ospedale Santa Chiara di Pisa. Aveva accompagnato la figlia, otto anni, leucemica, sottoposta a trapianto di midollo osseo, a un controllo. Gli agenti non hanno voluto sentire ragioni: 533 euro di multa.
A Roma un medico del reparto malattie infettive del Gemelli è rimasta in panne con la sua auto. Doveva andare a lavoro. Nel tragitto è stata prima aiutata dagli agenti della Guardia di Finanza e poi, 150 metri dopo, multata dalla polizia.
L’ultima è dell’altro giorno. Gianluca Della Pasqua ha un negozio di cartolibreria a Santarcangelo. Non ha venduto giochi, perché, in quanto “beni superflui”, c’è un Dpcm che lo vieta. Ma li aveva esposti in vetrina. Per questo, ha attirato l’attenzione. Non di un bambino, ma dei Vigili Urbani. Che sono entrati nel suo locale e gli hanno fatto 400 euro di verbale, costringendo il negoziante a coprire la merce. Manco fossero bambole gonfiabili.