Mancano pochi giorni all’obbligatorietà del Green Pass in tutti i luoghi di lavoro. Il d-day scatterà venerdì 15 ottobre. E c’è chi lancia l’allarme. Le Regioni, in primis, seguite dalla Lega. Il problema è questo: i non vaccinati sono una percentuale minoritaria rispetto alla popolazione italiana. Però, in termini assoluti, sono tanti. Circa 3 milioni quelli in età lavorativa. E il rischio è che per loro non ci siano tamponi sufficienti, né il tempo necessario per farli. Un problema che potrebbe scaricarsi sulle aziende, che finirebbero per trovarsi senza forza lavoro. O per essere meno rigorose nei controlli sui Green Pass.
Non si tratta di strizzare l’occhio ai No Vax, ma di gestire un potenziale caos organizzativo prima che succeda. E manca davvero poco tempo. I governatori si dicono preoccupati, chiedono un intervento urgente al governo e mercoledì dovrebbero incontrarsi per affrontare la questione.
“Ho segnalato la criticità nell’ultima riunione con il governo”, spiega Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni, a La Stampa, “non possiamo penalizzare le aziende in questa fase fondamentale di ripresa”.
La proposta è quella di autorizzare i test rapidi, quelli nasali, che si acquistano in farmacia: “E’ una strada sicuramente da valutare”, aggiunge il governatore leghista, “però bisogna fare presto perché il 15 ottobre è arrivato”.
“Non saremo in grado di offrire a tutti i non vaccinati un tampone ogni 48 ore” e “gli imprenditori con cui parlo io sono preoccupatissimi”, dichiara il governatore del Veneto, Luca Zaia, a Repubblica. Il consiglio che dà al governo è di “affrontare subito di petto il problema” consentendo di fare i test fai da te: “I tamponi nasali sono certificati e diffusi in tutto il mondo. I controlli in questo caso si farebbero direttamente in azienda”. Zaia precisa di non voler agevolare in alcun modo i No Vax. Il tema è semplicemente prendere atto che esistono: “Non si tratta di contestare il Green Pass, bensì di guardare in faccia la realtà”. Gran parte dei 590 mila non vaccinati veneti “probabilmente non si vaccineranno mai e del resto una quota di scettici c’è in tutti i paesi per qualsiasi vaccinazione”.
Sull’argomento interviene anche Matteo Salvini. Il leader leghista chiede “un intervento immediato per evitare il caos”. La soluzione, secondo il Capitano, è “allungare la durata minima del Green Pass da 48 a 72 ore. E’ possibile”, scrive Salvini su Twitter, “anzi doveroso e previsto dall’Europa. Evitare caos, blocchi e licenziamenti il 15 ottobre è fondamentale”.
Forza Italia avanza un’altra alternativa: rendere obbligatorio il vaccino anti-Covid. “Il Green pass”, dichiara la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, “si è dimostrato il passepartout per uscire dalla pandemia e l’allargamento dal 15 ottobre ai luoghi di lavoro è stato deciso per incentivare le vaccinazioni”. Purtroppo, aggiunge, i No Vax “sono milioni nella fascia di età lavorativa, ora rischiano di creare il caos nelle aziende”. La soluzione allora, secondo Fi, è valutare seriamente “l’opportunità di introdurre l’obbligo vaccinale”.
Il Partito democratico attacca il Carroccio. “Sembrava una polemica superata, invece ci risiamo”, dice il deputato dem Francesco Boccia, “la Lega torna a cavalcare il no al Green Pass per chi lavora in azienda, quando sono state le aziende per prime a volerlo. Essere vaccinati tutela tutti, se stessi e chi ci sta accanto. Dicano una volta per tutte a chi non si è vaccinato di farlo anziché fomentare altre polemiche inutili”.