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Com’è la vita del dj in pandemia? Ho intervistato la leggenda della housemusic David Morales.

Ok, fai il dj. Ma a sessant’anni? Cambierai lavoro? Chiedilo a David Morales, nato a Brooklyn nel 1961. Dj, produttore, remixer, vincitore di un Grammy. Una forma fisica e una testa invidiabili. Continua a fare serate in giro per il mondo, come un ragazzino, anzi ha appena ricominciato dopo i mesi bui della pandemia. Perché lui è una autentica leggenda della house music. Lo incontriamo a Roma, al Room26, dove accetta di farsi intervistare.

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Ok, fai il dj. Ma a sessant’anni? Cambierai lavoro? Chiedilo a David Morales, nato a Brooklyn nel 1961. Dj, produttore, remixer, vincitore di un Grammy. Una forma fisica e una testa invidiabili. Continua a fare serate in giro per il mondo, come un ragazzino, anzi ha appena ricominciato dopo i mesi bui della pandemia. Perché lui è una autentica leggenda della house music. Lo incontriamo a Roma, al Room26, dove accetta di farsi intervistare. 

“Sono molto felice di suonare al Room26, è uno dei miei club preferiti, non solo in Italia, ma nel mondo. E’ come suonare a casa mia. Mi sento a mio agio. Sono molto felice, specie dopo gli ultimi due anni, durante i quali davvero ho dovuto rinunciare a vivere la mia solita vita”. Gli chiediamo quanto siano stati duri questi mesi senza potersi esibire dal vivo. Risponde così: “E’ stata molto dura per me, perché sono un dj, faccio musica, è la mia vita. Così mi sono dedicato prevalentemente a registrazioni di studio e ho lavorato al nuovo album. Poi ho cominciato a fare dirette streaming su Twitch per il mio “Sunday Mass” (show virtuale in onda sulla piattaforma streaming, ndr). Insomma, ho focalizzato l’attenzione su tutto quello che poteva essere positivo per me. Di fatto non ho mai smesso di fare il dj perché ho fatto i miei show sul web e ho continuato a produrre musica in studio. La pandemia mi ha dato il tempo, è stata come una vacanza. Perché, viaggiando tutto il tempo, è difficile trovare l’opportunità di produrre musica”.  

Ma il rapporto umano con la gente nei club è una cosa differente?

“Ero in streaming su Twitch. E’ virtuale, è qualcosa di differente. Sono comunque stato in contatto con le persone, ma in maniera alternativa. Certo, è diverso quando suoni con le persone intorno a te, molto diverso. Ma ho colto l’opportunità per imparare cose nuove e per me è una cosa davvero positiva”.  

Tu sei una leggenda della house music. Che musica metterai stasera? 

“Ho un nuovo album in uscita, in gennaio, suonerò roba dal mio nuovo album. Amo ogni genere di musica, la techno, la afrohouse, la house. Sostanzialmente per me ci sono solo due tipi di musica. Quella bella e quella brutta. Sono molto felice di suonare un po’ della mia nuova musica, quella pubblicata dalla mia nuova etichetta discografica”.

Tre cose che ami dell’Italia e di Roma in particolare?

“Tre cose che amo… Amo la storia di Roma. Sono arrivato all’aeroporto e ho visto le gigantografie dei monumenti. E mi sono detto: wow, ho bisogno di visitare questa città per più tempo, lo merita davvero. Mi affascina la sua storia monumentale. Ovviamente amo il cibo italiano. E, terza cosa, questo locale: il Room26”. 

 

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